I costi standard dei rifiuti nel simulatore IFEL

E’  di qualche giorno fa la pubblicazione da parte di IFEL della nota di approfondimento sui costi standard del servizio rifiuti comprensivo di simulatore per il comune che vi accede con le credenziali dell’area riservata della fondazione.

Per effetto del comma 653 dell’articolo 1 della Legge 147/2013 è confermata l’applicazione dei fabbisogni standard  A partire dal 2018, nella determinazione dei costi di cui al comma 654, il comune deve avvalersi anche delle risultanze dei fabbisogni standard.

Il dovere di avvalersene non equivale all’obbligo di applicarli ma, semmai, di tenerne conto giustificando la difformità rispetto alle risultanze dell’ente. E’ lo stesso ministero a fornire i dovuti chiarimenti nelle linee interpretative pubblicate nel sito del MEF (8 febbraio 2018):

http://www.finanze.it/opencms/it/archivio-evidenza/evidenza/TARI-Fabbisogni-standard-Art.-1-comma-653-della-legge-n.-147-del-2013-Anno-2018-Pubblicazione-delle-linee-guida./

L’organo ministeriale osserva che i fabbisogni standard del servizio rifiuti possono rappresentare solo un paradigma di confronto per permettere all’ente locale di valutare l’andamento della gestione del servizio rifiuti e che quelli attualmente disponibili sono stati elaborati avendo come riferimento finalità perequative e quindi pensati come strumento da utilizzare per la ripartizione delle risorse all’interno del Fondo di solidarietà comunale e come tali potrebbero non corrispondere integralmente alle finalità cui sottende la disposizione recata dal comma 653 in commento. Ed invero, anche in considerazione della circostanza che il 2018 è il primo anno di applicazione di tale strumento – per cui può essere ritenuto un anno di transizione in attesa di poter più efficacemente procedere ad una compiuta applicazione della norma – l’indicazione della legge deve essere letta in coordinamento con il complesso processo di determinazione dei costi e di successiva ripartizione del carico su ciascun contribuente.

Con nota del 18 febbraio, l’IFEL ha reso disponibile una nota metodologia nella quale si chiarisce che La metodologia impiegata nella stima dei fabbisogni standard,  permette di individuare un livello medio e non “ottimale” del costo, potendo considerare soltanto alcune delle caratteristiche territoriali e di fornitura del servizio che incidono sul costo. Le Linee guida sottolineano in proposito che “eventuali divari fra quanto desumibile in termini di fabbisogno standard e quanto contenuto nei piani finanziari vanno quindi considerati anche alla luce di questi profili metodologici”.

http://www.fondazioneifel.it/documenti-e-pubblicazioni/item/9222-nota-di-approfondimento-ifel-alle-linee-guida-interpretative-co-653-della-legge-n-147-del-2013-e-applicativo-di-simulazione-di-costi-standard-per-il-servizio-di-rifiuti

L’Applicativo di simulazione in EXCEL, costruito utilizzando un formato del tutto simile all’esempio di cui all’Allegato 2 delle Linee guida, permette di visualizzare i dati relativi al proprio Ente dopo che l’operatore avrà inserito la user ID e la password utilizzate per l’accesso all’area riservata del sito IFEL rispettivamente nelle celle F5 e F6. Nel caso di perdita delle credenziali di accesso, è possibile richiederne il duplicato esclusivamente via mail (info@fondazioneifel.it).

I valori che appaiono di default si riferiscono a quanto utilizzato in sede di stima ed aggiornamento dei Fabbisogni standard per l’annualità 2018. In particolare, si tratta delle informazioni richiamate nelle Linee guida e nei relativi allegati, arricchite da dati di maggior dettaglio sulla dotazione di impianti di ciascuna provincia, tratte dalla banca dati ISPRA (pure richiamata nelle stesse Linee guida) In alternativa, solo con riferimento alle grandezze modificabili (celle a sfondo celeste), l’operatore può impiegare quantificazioni più aggiornate inserendole nelle corrispondenti celle vuote a sfondo azzurro. Si precisa che l’Applicativo utilizza i valori prestabiliti se le celle a sfondo azzurro non sono valorizzate.

Il simulatore permette di modificare con dati aggiornati, le seguenti varabili

 Forma di gestione associata.

La stima ha individuato costi specifici associati a ciascuna forma di gestione. Ad esempio, la gestione in Unione mostra mediamente un costo standard più basso di 5,81 euro per tonnellata. Per questa variabile il Comune può accettare la forma che appare di default o, in presenza di variazioni, può selezionare dal menu a discesa una tra le seguenti opzioni:  Unione di comuni  Consorzio tra comuni  Convenzione tra comuni  Assenza di servizio  Gest. diretta/indiretta

Tonnellate totali di rifiuti prodotti e smaltiti. Questa variabile si riferisce a quanto il comune prevede di gestire in termini di tonnellate totali. Per questa variabile il Comune dopo aver visualizzato il valore che appare di default, deve impiegare la quantificazione più aggiornata presente nel PEF del servizio di gestione dei rifiuti urbani.

Dotazione provinciale di infrastrutture. Il costo di smaltimento dipende dalla tipologia degli impianti presenti a livello provinciale. Ad esempio, per ogni impianto di compostaggio il costo standard si riduce di 2,15 euro per tonnellata. Per questa variabile il Comune può accettare i valori che appaiono di default oppure imputare valori più aggiornati, disponibili presso la banca dati del 5 Catasto Rifiuti messa a disposizione da ISPRA (http://www.catastorifiuti.isprambiente.it/index.php?pg=findimpianto).

Prezzo medio comunale della benzina. Questa grandezza entra nel calcolo della stima come scostamento percentuale rispetto alla media nazionale (1,6 €, valore utilizzato dal modello dei fabbisogni standard). Per aggiornare il proprio valore di default, l’operatore potrà utilizzare l’apposito campo a sfondo azzurro indicando il prezzo medio comunale della benzina al litro. Il risultato viene calcolato tenendo conto della differenza percentuale tra il nuovo valore inserito nella cella a fondo azzurro e il valore medio di riferimento del modello (1,6€).

Quota di raccolta differenziata. La quota di raccolta differenziata entra nel calcolo come differenza rispetto alla media nazionale pari al 45,3%. Un 1% in più di raccolta differenziata rispetto alla media nazionale produce un incremento del costo standard di 1,149 euro per tonnellata1. Per questa variabile il Comune, dopo aver visualizzato il valore che appare di default, deve reperire l’informazione più aggiornata dal PEF del servizio di gestione dei rifiuti urbani. Si ponga particolare attenzione al fatto che un valore pari al 55,5% di raccolta differenziata nella Tavola di simulazione va indicato il numero 55,5 e non 0,555.

Distanza fra il comune e il luogo di conferimento. Si tratta della distanza media tra il Comune e gli impianti cui vengono conferite le differenti tipologie di rifiuto, rilevata in km, rispetto alla media nazionale pari a 32,34 per chilometro. Un km di distanza in più rispetto alla media nazionale aumenta il costo standard di 0,41 euro per tonnellata. Þ Per questa variabile il Comune può accettare il valore che appare di default, oppure reperire una informazione più aggiornata in quanto il valore può variare per effetto delle diverse scelte e configurazioni gestionali locali. In considerazione della sua complessità, il calcolo della distanza media viene esemplificato nel Box 1, di seguito nel testo. Si ricorda infine che per il calcolo della distanza si debbono considerare anche gli impianti fuori provincia, qualora essi siano effettivamente utilizzati.

Informazioni su Cristina Carpenedo 193 Articoli
Direzione scientifica di SMART 24 TRIBUTI LOCALI del SOLE 24 ORE Presidente e amministratrice di Oesis s.r.l. Formatrice in materia di accertamento e riscossione di entrate locali, iscritta all’albo formatori IFEL (Istituto finanza enti locali) Formatrice per ANCI Emilia Romagna, ANCI Veneto e IFEL Autrice di pubblicazioni in materia di riscossione e tributi locali Funzionario responsabile per la riscossione pubblica con abilitazione di legge

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